La smart city che funziona è sostenibile, senza barriere e ripaga gli investimenti

Nuovi strumenti e nuova progettualità. Alla malta e ai mattoni si sostituisce un impasto di fibre ottiche, capacità di calcolo, sensori e big data. Fare ecosistema è per tutti un passaggio obbligato, ma serve un Piano Regolatore Digitale per la smart city

La smart city interseca il Piano 2025. Senza sostenibilità e visione di lungo periodo, molti progetti rischiano di implodere. Occorre definire un Piano Regolatore Digitale. Nel mondo gli investimenti per le smart city raggiungeranno 189 miliardi di dollari nel 2023. Le prime 100 città valgono insieme il 25% della spesa totale (dati IDC). La regione Asia-Pacific guida con il 40%. Seguono Nord e Sud America con il 32% ed EMEA con il 28%. Ai primi posti le capitali Shangai, Tokio, Singapore, New York, Londra. In Italia, in uno scenario non omogeneo che registra ancora un ampio divario fra Nord e Sud del Paese, emergono casi di eccellenza e buone pratiche come Bergamo e Milano. Nuova urbanizzazione, scalabilità e governance condivisa. La città che non include non può essere definita smart. La smartcity che funziona è quella che ripaga gli investimenti. I cittadini guidano il cambiamento. Senza cittadini smart, le città sono destinate a restare contenitori vuoti. Ma serve anche visione politica e capacità di governance.

#DMsmartcity – Alla Tavola Rotonda hanno partecipato: A2A – ANGLAT – ATM Milano – Comune di Bergamo – Comune di Milano – Enea – IDC Italia – SEA Aeroporti di Milano – Talend

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