Massimo Calabrese (OPEN-V): «Si fa presto a dire cloud»

Con StackMAX, Open-V punta su una soluzione capace di virtualizzare qualsiasi infrastruttura e sulla crescente richiesta di servizi DevOps, come spiega Massimo Calabrese, CEO di OPEN-V.

Il software defined everything contribuisce a ridisegnare completamente la mappa della nostra economia e del business. C’è ancora molta strada da fare verso una virtualizzazione pervasiva delle tre risorse fondamentali dell’IT (calcolo, storage e servizi di rete) e ancora più lontani risultano obiettivi come una diffusa presenza della metodologia DevOps, intesa come ideale strumento per abbinare, a “ciclo continuo”, l’evoluzione delle applicazioni e delle infrastrutture sottostanti. Guarda caso, un approccio autenticamente integrato alla virtualizzazione e un business model addirittura fondato sulla scommessa di un brillante futuro per il DevOps sono i due fattori delle strategie tecnologiche e commerciali di OPEN-V, tra i provider di tecnologie cloud più interessanti del momento. Un altro aspetto differenziante è il modello di acquisto “licenseless” che prevede un unico investimento iniziale e nessun costo ulteriore ricorrente o legato alle dimensioni dell’installazione, scalabilità dello Storage, numero di Macchine gestibili o qualsiasi costo “a consumo”. «Il cliente, precisa Calabrese, può scalare come vuole sia in numero di macchine virtuali sia in volumi di storage. Quali sono dunque i pilastri della futura crescita di OPEN-V? «Abbiamo due vantaggi. Una base ingegneristica progettata in California e supportata in India, estremamente solida che in maniera continuativa implementa in piattaforma sempre nuovi elementi di innovazione. E possiamo contare sulla diffusione del cloud e dei suoi framework applicativi, che farà aumentare notevolmente la richiesta di metodologie e servizi DevOps, che sono il nostro vero punto di forza».

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